Tre sale collegate tra loro senza interruzioni architettoniche, un dehor, materiali come marmo, legno e ferro, sono le tessere del mosaico che compone Primo al Pigneto: progetto gastronomico voluto da Marco Gallotta e Massimo Terzulli.
Una scommessa, realizzarlo nel 2006 fuori dalle consuete piazze del centro storico romano, preferendo una zona, allora, più faticosa, per dare vita ad un ristorante che avesse come protagonista il cibo, il vino, e uno stile architettonico elegante e al tempo stesso conviviale.
Negli anni Primo si è affermato come portavoce del nuovo fermento delle periferie romane, ma soprattutto come fucina di sapori, vapori, tentazioni e sollecitazioni per il palato.
Oggi Primo è la “casa” di molti gourmet, curiosi, goderecci, che vengono ad assaggiare piatti con radici ben piantate nei prodotti del territorio, che lo chef, Marco Gallotta, prepara esplorando antiche lavorazioni, annusando frutti ed erbe, rivisitando le antiche preparazioni con soluzioni d’avanguardia.
Il punto di partenza è la tradizione, il gusto di piatti “di casa”, familiari e intimi, elaborati con attenzione e ripensati con stile e linearità. La ricerca è sui profumi del mediterraneo, sui condimenti e su una ristretta selezione di ottimi prodotti laziali.